L''incontro inizia con Willy che raccoglie ordinativi per i piselli dell''azienda Usan.
Paolo Bernardi ci racconta la sua storia: dopo quasi dieci anni di esperienze di cooperazione nei paesi in via di sviluppo con varie ONG, e l’apertura di un negozietto di commercio equo e solidale a Biella, matura il progetto di sviluppare un discorso di consumo critico anche per l’acqua. Nel mondo del Consumo Critico [tanto dobbiamo ringraziare il Centro Nuovo Modello di Sviluppo…], con un buon “imprinting africano†sul valore dell’acqua e sull’importanza di valorizzare le risorse locali, nasce nel 98 la piccola impresa A.Q.system [ alternative quality system], alla ricerca di una risposta critica e sostenibile per una risorsa così importante e necessaria per un bene comune come l’acqua.
L’idea di base è dare una responsabile alternativa all’insostenibile consumo dell’acqua in bottiglia,
incentivare il risparmio idrico, e di offrire un servizio consulenziale, tecnico e commerciale per valorizzare
una così importante risorsa locale. Anche per l’acqua quindi, inserire nelle nostre scelte di consumo la ricerca delle vere esigenze personali e dei valori sostenibili per l’ambiente e gli equilibri sociali, partendo proprio dalle abitudini quotidiane.
Paolo sostiene che:
*sia sempre importante scegliere con responsabilità critica;
* il mondo che viviamo lo abbiamo in prestito dalle generazioni future;
* le leggi economiche non debbano sopraffare quelle naturali;
* per quanto riguarda l’acqua, essa non debba diventare il petrolio del domani!
* l’imbottigliamento dell’acqua, le grandi dighe e i conflitti per la sua ripartizione sono la mercificazione di un bene comune nelle mani dei signori del denaro e della guerra si debba pensare globale per agire locale.
E'' quindi sia importante, per quanto riguarda l’acqua, partire dal nostro piccolo con un rubinetto alternativo per una risorsa locale, economica e più buona, con risparmio energetico e minor impatto ambientale.
La nostra proposta rientra quindi in un contesto di consumo critico [ la ricerca di valori sociali ed ecologici nei prodotti di consumo].
In Italia vengono consumati all’anno circa 8 miliardi di litri di acqua imbottigliata per un fatturato di oltre 5.000 miliardi. Ma vengono così prodotti circa 100.000 tonnellate di rifiuti di plastica di vuoti di bottiglie.
Oltre al problema di inquinamento dei rifiuti è da sottolineare anche lo spreco energetico per il gasolio necessario al trasporto su gomma.
E in fine la nostra fatica a trasportare acqua e rifiuti, sempre a nostre spese.
Inoltre:
a] il prodotto imbottigliato dovrebbe stare al fresco e al buio per non perdere le caratteristiche dichiarate
il prodotto ha una scadenza indicata, valida solo se mantenute le condizioni di non essere esposto alla luce e agli sbalzi di temperatura;
b] il prodotto è mirato alle esigenze del bere, ma la maggior parte dell’acqua viene ingerita attraverso i cibi e bevande cucinate con l’acqua di rubinetto.
Vale la pena allora considerare l’idea di valorizzare e utilizzare al meglio una risorsa controllata e potabilizzata che arriva comodamente in casa, al buio e senza subire sbalzi di temperatura, con minor spreco energetico, minor impatto ambientale e con un po'' più di economia domestica? Odore di cloro e materiali in sospensione sono i fattori che ci hanno allontanato dal bere l’acqua del rubinetto, ma è assolutamente possibile con un appropriato intervento di filtrazione o trattamento dell’acqua alla fine del suo percorso nelle tubazioni, eliminare questi o altri eventuali problemi e ottenere acqua abbondante per bere e cucinare, di ottima qualità , comodamente già in casa nostra, fresca, corrente e più economica.
La tecnologia offre soluzioni… il mercato impone le proprie…a noi resta il buon senso…
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Consiglio a quanti volessero approfondire questo tema interessantissimo di consultare il sito internet www.aqsystem.it
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