Mercoledì scorso ho assistito all'incontro sul Forum dell'acqua col prof. Petrella a S. Carlo [Padova]. Purtroppo la giornata lunga, un po' di inerzia a uscire di nuovo la sera – ho perduto l'introduzione di Don Albino Bizzotto e le prime battute.
In realtà il discorso Petrella ha toccato l'acqua solo in parte verso la fine, perlopiù ha affrontato tematiche relative alla disparità nord/sud del mondo. Riporto alcune delle cose che più mi hanno colpito.

Alcuni concetti che certa classe dirigente sta facendo passare per "normali" o quanto meno "inevitabili": che non è più possibile eliminare la povertà e la disuguaglianza, che è troppo tardi per fare marcia indietro; che l'accumulo di conoscenze risulta un ulteriore motivo di disparità ineluttabile; che l'unico modello sostenibile è quello capitalistico di mercato. Di conseguenza, il concetto che anche l'acqua non è che una risorsa come le altre, e quindi non un bene necessario e di tutti, ma un "qualcosa" da assoggettare alle regole di mercato e come tale appropriabile, privatizzabile e monetizzabile. Non esistono infatti dichiarazioni di principio a livello mondiale secondo le quali l'acqua è un bene comune. Al massimo, e in rari casi, ciò viene sancito a livello nazionale, ma anche qui con dei distinguo: l'acqua è di tutti finchè è allo stato brado – fiume, lago o altro ma non appena essa viene sfruttata dighe o estrazione zacchete! diventa proprietà privata. E nel momento in cui da bene comune diventa un bene nel senso economico del termine, la frittata è fatta.

Secondo il modello oggi imperante – capitalistico di mercato ogni costo deve essere sostenuto dal consumatore. Può funzionare sui beni materiali, non quando si tratta di beni comuni, nei quali casi deve ricadere sulla collettività tramite i bilanci pubblici.

Il punto attenzione, notevole questo! è che la società nella quale viviamo non riconosce l'umanità come soggetto giuridico. Ecco che un'autorità mondiale dell'acqua avrebbe finalmente uno spessore anche giuridico notevole. D'altronde, se si è passati da realtà locali agli stati o addirittura si pensi all'Europa a realtà sovrannazionali, perchè ci sembra impossibile pensare ad una democrazia mondiale? Alcuni paesi sono già avanti coi discorsi: in Francia ad es. la privatizzazione dell'acqua ha già 70/80 anni. Per quanto riguarda la nostra Italietta, le basi sono state poste dall'art. 35 della Finanziaria 2002, secondo il quale solo le SPA possono gestire l'acqua. Queste SPA potranno naturalmente[?] essere a capitale misto pubblico/privato, ma le implicazioni sono notevoli: qualsiasi SPA infatti è tenuta ad avere dei profitti e a renderne conto agli azionisti, quali che siano. Di conseguenza, i prezzi non saranno più come nel caso dei servizi pubblici fissabili a priori ed ammortizzati da un bilancio pubblico, ma rispondono ad una logica di mercato per far "tornare i conti" e quindi sono destinati a schizzare alle stelle. Il settore pubblico potrà al massimo pensa un po' avviare dei fondi di solidarietà per venire incontro a chi quest'acqua non potrà più permettersela…
[By the way, ho cercato e trovato l'articolo suddetto in http://www.parlamento.it/parlam/leggi/01448l.htm , ma francamente non sono riuscito a cogliere queste sottigliezze…].
Caso emblematico: ACEA [Roma] proprietario il Comune di Roma al 51% – gestisce l'acqua di molti paesi dell'est europeo e del sud America oltre che a Roma. Ne scaturisce un meccanismo perverso per cui un grosso comune oltre ai privati per far quadrare i propri bilanci strozza quelli di altri paesi in giro per il mondo, prendendoli per sete… ed ecco che un Comune diventa alla stregua delle varie multinazionali oligarchiche, oltrechè oligominerali – del settore, già tristemente famose…
Il Forum dell'Acqua [Firenze, 21/22 marzo] tenta di elaborare politiche alternative sull'acqua e di promuoverne i suoi usi sostenibili.
Programma:
* riconoscimento costituzionale dell''accesso all''acqua come diritto umano e sociale universale, indivisibile ed imprescrittibile. Il Forum si dà come obiettivo di proporre le misure concrete che dovranno permettere a tutti gli abitanti della Terra di avere accesso all''acqua nello spazio di 15-20 anni;
* riconoscimento costituzionale dell''acqua come bene comune [a tutti i livelli di organizzazione della società ], appartenente alla vita sul Pianeta ed all''umanità . Il Forum parte dalla riaffermazione dell''opposizione netta a tutte le forme di privatizzazione e di mercificazione dell''acqua e, conseguentemente, dell''opposizione all''inclusione dei servizi d''acqua nella lista dei servizi negoziabili nel quadro del GATS/WTO;
* riconoscimento del finanziamento collettivo, pubblico, per la copertura dei costi necessari per assicurare il diritto di accesso all''acqua per tutti e la proprietà / la gestione/ la promozione e la conservazione dell''intero ciclo dell''acqua come ''bene comune'';
* la promozione di pratiche democratiche e partecipate, del rinnovo-rinforzo delle pratiche di democrazia rappresentativa nel settore dell''acqua e nella gestione delle risorse idriche sul territorio a cominciare dalle comunità di base, autoctone, fino alla società mondiale [creazione di un''Autorità Mondiale dell''Acqua dotata di poteri giurisdizionali, legislativi e di sanzione, come per il caso, in chiave puramente tecnocratica, dell''Organo di Risoluzione delle Dispute del WTO].
[Dettagli: vedi: www.contrattoacqua.it ]

[PS: Altra chicca della serata, anche se non c'entra con l'acqua: a Kyoto, accettando l'ineliminabilità dell'inquinamento, si andrà verso il mercato, la compravendita dell'inquinamento: aziende inquinanti potranno comprare da aziende ecologiche quote eccedenti della loro "plus-ecologicità ", come alternativa all'essere costrette ad inquinare meno…]

A cura di Michele Mazzoleni

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